Storie di donne
che hanno cambiato
il mondo
Abbiamo scelto di dedicare a un volto femminile ogni confezione della nuova gamma di cioccolato artigianale della “Piazza dei Mestieri”, crediamo nel potere e nella forza comunicativa delle donne e vogliamo celebrarne l’unicità e la bellezza non solo esteriore.
Con questa collezione desideriamo invitarvi a riflettere sul ruolo cruciale che esse hanno nella nostra società e a riconoscere che con la loro passione, tenacia e resilienza sono capaci di ispirare e cambiare il mondo.

Le immagini di questa collezione sono state elaborate, nell’ambito del progetto IumArt, dal laboratorio creativo della “Piazza dei Mestieri”, attraverso l’ausilio di strumenti di intelligenza artificiale generativa. Nel processo creativo l’IA può suggerire soluzioni estetiche singolari e imprevedibili, il contributo degli autori rimane tuttavia fondamentale nello sviluppo del design.
Sono loro, infatti, che immaginano il progetto artistico, forniscono gli input necessari all’elaborazione, modificano e affinano le immagini prodotte dall’AI secondo la propria sensibilità estetica per creare infine opere che siano al tempo stesso innovative, espressive, uniche.
Immagine dedicata a:
Hannah Arendt
Storica e filosofa tedesca


Hannah Arendt è stata una filosofa e storica tedesca naturalizzata statunitense, nata il 14 ottobre 1906 a Hannover, Germania, e deceduta il 4 dicembre 1975 a New York City, Stati Uniti. La sua vita e il suo lavoro sono stati influenti nell’ambito della filosofia, della teoria politica e della storia del pensiero del XX secolo.
Arendt crebbe in una famiglia di origine ebraica e studiò filosofia, teologia e greco antico presso le Università di Marburgo e di Heidelberg. Successivamente, intraprese una relazione con il filosofo tedesco Martin Heidegger, che ebbe un’influenza significativa sulla sua formazione intellettuale. Nel 1933, a causa dell’ascesa del nazismo in Germania, Arendt fu costretta a lasciare il suo paese natale. Si rifugiò in Francia e poi negli Stati Uniti, dove acquisì la cittadinanza nel 1951. Durante la sua permanenza negli Stati Uniti, Arendt scrisse alcune delle sue opere più influenti.
Uno dei suoi lavori più celebri è “Le origini del totalitarismo” (1951), in cui analizzò i fenomeni dittatoriali del nazismo e del comunismo, questo libro ebbe un impatto significativo sulla comprensione del totalitarismo e delle sue conseguenze nefaste. Tuttavia, l’opera filosofica più nota di Arendt è “La condizione umana”, pubblicata nel 1958, una lucida analisi della società di massa e una chiara denuncia della condizione dell’uomo contemporaneo condannato a una solitudine esistenziale.
Un avvenimento importante nella vita di Arendt è stato il suo coinvolgimento come osservatrice al processo contro il gerarca nazista Adolf Eichmann a Gerusalemme. Le sue corrispondenze e il libro del 1963 “La banalità del male” hanno scatenato polemiche, in particolare tra gli ebrei, che hanno interpretato i suoi scritti come una sorta di assoluzione per Eichmann e una critica alla complicità degli ebrei nell’Olocausto. Tuttavia, l’intento di Arendt era evidenziare come il male possa emergere anche da individui ordinari, apparentemente banali, quando agiscono in un contesto senza una personale capacità critica.
Nell’ultimo decennio della sua vita Arendt è tornata alle radici del pensiero filosofico, il suo ultimo lavoro, “La Vita della Mente,” riflette sulle funzioni della ragione nel pensiero, nella volontà e nel giudizio e rappresenta il culmine delle sue riflessioni sul filosofia e politica. Hannah Arendt è stata una figura di spicco della filosofia, la sua autonomia di pensiero ha contribuito in modo significativo alla nostra comprensione del potere, della politica e della moralità. La sua eredità intellettuale è ancora oggi oggetto di studio e dibattito.
Questa immagine illustra la confezione:
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