


La grande cancellata in bronzo di Umberto Mastroianni (1994) separa i portici di piazza Castello dall’ingresso del Teatro Regio. Tre grandi gruppi di sculture sono inquadrate in una cornice continua di bassorilievi. Raffigurano la Danza, la Tragedia e la Commedia; le sculture di contorno rappresentano maschere e figure drammatiche.
Senza la cancellata dello scultore Umberto Mastroianni – opera imponente, intitolata Odissea Musicale – l’ingresso del Teatro Regio di Torino mancherebbe di un diaframma verso la città. E sarebbe più povero. Vero: il cancello non faceva parte del progetto originale. Venne realizzato nel 1994 perché l’atrio «delle carrozze», lo spazio tra i portici e l’ingresso del foyer progettato da Carlo Mollino, era utilizzato come skate park. Storia di quasi trent’anni fa. Oggi che gli skaters si sono trasferiti di qualche decina di metri, intorno al monumento al Duca d’Aosta, la lunga scultura in bronzo appare come elemento distintivo, non estraneo al contesto. Qualche osservatore l’ha battezzato come il primo sipario del Regio. Dell’attività del teatro riassume in forme astratte la danza, la tragedia, la commedia, evocate nelle decorazioni. Odissea Musicale venne realizzata con l’apporto decisivo della Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Torino che si assunse l’onere di far realizzare la fusione di tutti gli elementi, ad opera della Fonderia Barberis, e ne finanziò nel 2009 una prima manutenzione straordinaria.
L’illusione del teatro, nel caso del Regio di Torino, parte fin dall’ingresso. Anzi, ancora prima. La cancellata – parola che già da sola da un’idea di staticità e di immobilità – è qui mobile, per consentire l’ingresso degli spettatori, e «in movimento», decorata da pannelli che restituiscono all’osservatore la sensazione della mutazione, dell’attività, dell’espressione che cambia… Anche il titolo dell’opera donata alla Città dallo scultore Umberto Mastroianni e installata nel 1994 è quanto di più evocativo del viaggio la nostra cultura conosca: «Odissea Musicale», infinito peregrinar sulle note.
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